POESIA DI GENNAIO/FEBBRAIO:
5.
Ancora segnato dalla stessa guerra
era entrato sognando in un mondo
che non era il mondo, si era ritrovato
tra gli altri come uno sconusciuto,
uno con le ali, ma senza
artigli, trasparente, innamorato di conchiglie
e sassi, una foglia nel vento, ora qui
ora lì, circondato da poesie
mai lontano dal mare. Dietro le maschere
stavano gli altri, annegati nei loro specchi
ronzando sommessi nei loro pensieri,
stanze di impensabile semplicità, e mai
un posto.
Cees Nooteboom "ADDIO", 2020
POESIA DI GIUGNO, LUGLIO, AGOSTO
L'albero e il cielo
Un albero vaga nella pioggia,
ci passa in fretta davanti nel grigio scrosciante.
Ha un affare da sbrigare. Prende vita della pioggia
come un merlo in un frutteto.
Appena smette di piovere l'albero si ferma.
S'intravede dritto e fermo nelle notti chiare,
come noi in attesa dell'istante
in cui i fiocchi de neve si rovesciano nello spazio.
Tomas Tranströmer, POESIA DAL SILENZIO
POESIA FEBBRAIO 2020
POESIA GENNAIO 2020
“La farandola dei fanciulli sul greto
era la vita che scoppia dall’arsura.
Cresceva tra rare canne e uno sterpeto
il cespo umano nell’aria pura.
Il passante sentiva come un supplizio
il suo distacco dalle antiche radici.
Nell’età d’oro florida sulle sponde felici
anche un nome, una veste, erano un vizio.”
Eugenio Montale da “ Ossi di seppia” (1920-1927)
LUGLIO-AGOSTO 2019
“Tu sei padrone delle parole che non hai
pronunciato, ma sei schiavo di quelle che ti
sei lasciato sfuggire.”
Laozi o Lao Tzu
SETTEMBRE 2019
Campi dei non beati
“Sazio son io della mia sete d’isole,
del morto verde, dei muti greggi;
divenire voglio una riva, un piccolo golfo,
un porto di belle navi.
Da uomini vivi con caldi piedi
percorsa vuol sentirsi la mia spiaggia;
in bramosia d’offerta la sorgente
mormora e a gole vuol dar refrigerio.
E tutto in sangue estraneo vuol levarsi
e in un diverso fiammeggiar di vita
annegare il suo anelito
e restare in se stesso nulla vuole.”
tratto da MORGUE (1912)
Gottfried Benn (1886-1956)
GIUGNO 2019
“Che cosa vedi, Walt Whitman?
Chi sono coloro che saluti, e che, uno dopo l’altro, ti salutano?
Vedo una grande meraviglia tonda girare per lo spazio,
vedo minuscole fattorie, villaggi, rovine, cimiteri, prigioni, fabbriche, palazzi, baracche, abituri di barbari, tende di nomadi sulla superficie,
vedo da un lato la parte in ombra dove i dormienti dormono, e dall’altro lato la parte che il sole illumina,
vedo i rapidi mutamenti accurati della luce e dell’ombra,
vedo le terre lontane, vere e vicine ai loro abitanti, come la mia lo è a me.”
Walt Withman (1819-1892)
MAGGIO 2019
Aveva dei sassi
sulle spalle
uno zaino
di sassi
il bambino.
Poi.
L'ha posato a terra.
Sono diventate
piume.
Sono restate.
Chandra Livia Candiani (Vista dalla luna- LA PORTA dic 2005-gen 2006)
APRILE 2019
VERLAINIANA
Piove sulla foresta.
Piove sulla mia testa.
Piove sulla mia bestia
che s'impunta e s'arresta.
Giorgio Caproni (Res amissa ca 1986 e segg)
MARZO 2019
Le nostre stanze
abitarono silenziose
in noi
illudendoci nel sonno.
Così partorimmo
recinti e trappole
per rinchiudere in loro
il risveglio.
“Attorno a ciò che non è stato” Laura Accerboni (1985)
GENNAIO
1923
Non basta aprire la finestra
per vedere i campi e il fiume.
Non basta non essere cieco
per vedere i fiori e gli alberi.
Occorre anche non avere nessuna filosofia.
Con la filosofia non ci sono alberi: ci sono
solo idee,
c'è solo ognuno di noi, come un sottoscala.
C'è solo una finestra chiusa, e dall'altra
parte il mondo;
e c'è un sogno che si vedrebbe, aprendo la
finestra,
che non è mai ciò che vediamo, quando alla
fine si apre la finestra.
(AC, AC, 113) Fernando Pessoa
NOVEMBRE
POESIA DEL MESE - VIII
Ora che il Tempo conosco,
dice.
Ora che so che non è fatto
di una somma di sogni e di briciole e di attese,
che non è questo strato di linfa,
né il fluido avanzare dei fiumi,
ora che ho smesso di crederlo prigioniero nelle
rocce e le onde,
nel rito di preghiere e costanza,
ora che so che ho il Tempo,
che è dentro di me,
che è solo questo frammento,
quest’infima parcella quasi solo uno sguardo,
che lo so perduto, ad ogni istante perduto,
e che si svuota ad ogni battere di ciglio,
in realtà conficcandosi nel profondo di se stesso-
….
Monique Laederach (1938-2004)
(estratto dalla raccolta di poesie “Si vivre et tel” traduzione di Pierre Lepori)
OTTOBRE
IL LONFO
Il lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce
sdilenca un poco, e gnagio s'archipatta.
È frusco il lonfo! È pieno di lupigna
arrafferìa malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e t'arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.
Eppure il vecchio lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa lègica busìa, fa gisbuto;
e quasi quasi, in segno di sberdazzi
gli affarfaresti un gniffo. Ma lui zuto
t'alloppa, ti sbernecchia; e tu l'accazzi.
Fosco Maraini (1966)
SETTEMBRE
Stanze per la musica di Adriano Guarnieri
Quare tristis-perché
sempre, nella veglia e nel sonno,
nell’omissione e nell’adempimento,
l’anima ci fa così male?
Noi che la custodiamo
senza amarla, senza conoscerla
nella gabbietta delle nostre ossa
come il vetro d’una lanterna
custodisce la fiamma
sappiamo soltanto che è lei,
lei che non ha né tendini né sangue,
la compagnia più sanguinosa.
Tu come lei invisibile
proteggici dal tuo silenzio,
fa’ che sentiamo in tempo la sua voce.
Giovanni Raboni 1998
GIUGNO-LUGLIO-AGOSTO
MISTERO PER LA STRADA
Si posò la luce del giorno sul viso di un uomo addormentato.
Gli giunse un sogno più vivido
ma non si svegliò.
Si posò l'oscurità sul viso di un uomo in cammino
tra la gente nei raggi di sole
forti e impazienti.
D'un tratto si fece buio come per il temporale.
Io ero in una stanza che conteneva tutti gli istanti-
un museo di farfalle.
Tuttavia il sole era forte come prima.
I suoi pennelli impazienti dipingevano il mondo.
Tomas Tranströmer
(ca 1999)
traduzione: Franco Buffoni
MAGGIO 2018
NON VOGLIO
Tutti i vostri strumenti hanno nomi bizzarri
e difficili, ma io vedo chiaro
e so che in fondo sono solamente
metri e gessetti con cui misurate
e segnate – segnate e misurate
senza stancarvi.
Sfilate spilli di tra le labbra, come una sarta:
me li appuntate sull’anima
e dite: “Qui faremo un bell’orlo.
Dopo starai tanto meglio”.
Io non voglio che mi tagliate un pezzo d’anima!
Se ne ho troppa per entrare nel vostro mondo,
ebbene, non voglio entrarci.
Sono un poeta: una farfalla, un essere
delicato, con ali.
Se le strappate, mi torcerò sulla terra,
ma non per questo potrò diventare
una lieta e disciplinata formica.
Margherita Guidacci
(1921-1992)
APRILE 2018
IL SONNO DELLA CASA
Gli scalini
3.
Siamo pioggia di muri
note cadute a terra
siamo semi di spazi
siamo e non siamo,
fratelli terrestri
di custodi di più invisibili
soglie. Custodiamo
passi senza sosta senza
gratitudine, siamo spalle
di allegri trapezisti
senza slancio,
guarda noi
dormiamo.
Sono le nostre spalle
il miglior punto
d’appoggio
per sognare il mondo
senza segni
la visione quieta.
Chandra Livia Candiani
Tatto da “FATTI VIVO” poesie 2017
MARZO 2018
Da... "Scusate l'amore" - Poesie 1915-1925
Alla povera mia fragilità
tu guardi senza dire una parola.
Tu sei marmo, ma io canto,
tu-statua, ma io-volo.
So bene che una dolce primavera
agli occhi dell’Eterno-è un niente.
Ma sono un uccello, non te la prendere
se è leggera la legge che mi governa
Marina Cvetaeva (16 maggio 1920)
FEBBRAIO 2018
IL SOGNO
Per nessun altro, amore, avrei spezzato
questo beato sogno.
Buon tema alla ragione,
troppo forte per la fantasia.
Fosti saggia a destarmi. E tuttavia
tu non spezzi il mio sogno, lo prolunghi.
Tu così vera che pensarti basta
per fare veri i sogni e le favole storia.
Entra fra queste braccia. Se ti parve
meglio per me non sognar tutto il sogno,
ora viviamo il resto.
….
John Donne (ca 1625)
GENNAIO 2018
1376
Fragile dote sono i sogni,
ci fanno ricchi un’ora-
Poi, poveri, ci scaraventano
fuori della purpurea porta
sul duro recinto
dimora di prima.
Emily Dickinson (1876)